Femminicidio: Il fenomeno che non si arresta
L’amore, sentimento forte e puro che unisce due persone ma spesso, quando diventa cieco e folle può mettere parola fine a una relazione, a un legame che si è creduto solido e unico in un batter d’occhio. Un amore malato, ossessivo, che in breve tempo sfocia in una violenza che può costare, che ha costato, vita, a molte donne. Donne giovani, adulte, vittime innocenti di violenze atroci, inaudite, terribili che nel maggior numero dei casi avvengono proprio tra le mura domestiche. Dentro la propria casa dove si sentono al sicuro, protette da loro uomini, compagni, mariti, padri dei loro figli, fratelli.
Solo nel corso del 2013 sono state 128 donne, tra i 15 e gli 89 anni, vittime di femminicidio, un fenomeno in crescita che sembrava aver avuto una battuta d’arresto all’inizio di quest’anno, quando si era registrata una diminuzione dei casi (15 rispetto ai 25 dell’anno precedente). Un dato di fatto smentito a marzo, il mese in corso che ha visto più di 6 femminicidi, l’ultimo avvenuto pochi giorni fa a Colleferro, in provincia di Roma.
Un uomo di 54 anni ha ucciso la moglie a colpi di martello davanti ai figli di 9 anni, gemelli che vedendo la madre senza vita in una pozza di sangue hanno subito chiesto aiuto agli zii. Il carnefice ha avuto almeno la lucidità di andare a costituirsi in comissariato, dove ha ammesso il delitto appena commesso. È solo l’ultimo in una lunga scia di casi di violenza sulle donne avvenuti quasi sempre secondo una tacita regola tra le mura di propria casa.
L’ultimo ma non l’unico femminicidio del 2014. All’inizio di febbraio una giovane ragazza di Roma, di soli 20 anni viene picchiata e ridotta in fin di vita dal convivente, un muratore 35enne che la prende a calci e pugni durante un litigio. Lo stesso giorno, il 4 febbraio, un uomo 80enne di Montagnana nella Bassa padovana accoltella la moglie e poi si suicida. La tragedia sarebbe dovuta alla depressione e alle non buone condizioni di salute di entrambi i coniugi. Nel mese di febbraio un’altra donna viene uccisa a coltellate dal convivente nel proprio appartamento. Il fatto tragico ha avuto luogo a Milano.
Marzo, il mese che festeggia le donne e che si tinge di rosso invece che di rosa. Nel giorno di 8 marzo a Giglio di Veroli, nella provincia di Frosinone, viene trovato il corpo della 46enne Silvana Spaziani, uccisa dal marito arrestato dalle forze d’ordine poco dopo. Durante la festa della donna muore anche una giovane romena di 27 anni, di nome Ofelia Bontoiu, assassinata dal fidanzato che prima di tentare il suicidio avrebbe fotografato il suo corpo, trovato in un albergo di Gualdo Tadino in provincia di Perugia, e inviato le immagini ai parenti di lei in Romania.
Donne. Mamme. Amiche. Sorelle. Donne che hanno il diritto a vivere, ad essere amate e rispettate. Non ammazzate davanti a propri figli, uccise a sangue freddo dagli uomini di cui si fidano. I dati parlano purtroppo chiaro. Anche nel 2014 le donne sono vittime di quelli che chiamano se stessi uomini e non sono altro che bestie.
Non basta che si parli. Ormai non c’è un giorno che i titoli dei giornali non ci dicano chiaramente che il femminicidio è un fenomeno sempre più allarmante, in agguato. Bisogna fare qualcosa. Dire basta e combattere per i propri diritti. Diritti di essere le donne libere di vivere ed amare ed essere amate. Amate, sì, ma per davvero, amate con il cuore e l’anima. Essere soggetti di quel sentimento puro ed unico, non quello malato, ossessivo, perseguitato. Uniamoci contro la violenza. Insieme possiamo combatterla e sconfiggerla. Per oggi. Per domani. Per sempre.
©2013 Emina Ristovic. The Italian Heritage Magazine
Solo nel corso del 2013 sono state 128 donne, tra i 15 e gli 89 anni, vittime di femminicidio, un fenomeno in crescita che sembrava aver avuto una battuta d’arresto all’inizio di quest’anno, quando si era registrata una diminuzione dei casi (15 rispetto ai 25 dell’anno precedente). Un dato di fatto smentito a marzo, il mese in corso che ha visto più di 6 femminicidi, l’ultimo avvenuto pochi giorni fa a Colleferro, in provincia di Roma.
Un uomo di 54 anni ha ucciso la moglie a colpi di martello davanti ai figli di 9 anni, gemelli che vedendo la madre senza vita in una pozza di sangue hanno subito chiesto aiuto agli zii. Il carnefice ha avuto almeno la lucidità di andare a costituirsi in comissariato, dove ha ammesso il delitto appena commesso. È solo l’ultimo in una lunga scia di casi di violenza sulle donne avvenuti quasi sempre secondo una tacita regola tra le mura di propria casa.
L’ultimo ma non l’unico femminicidio del 2014. All’inizio di febbraio una giovane ragazza di Roma, di soli 20 anni viene picchiata e ridotta in fin di vita dal convivente, un muratore 35enne che la prende a calci e pugni durante un litigio. Lo stesso giorno, il 4 febbraio, un uomo 80enne di Montagnana nella Bassa padovana accoltella la moglie e poi si suicida. La tragedia sarebbe dovuta alla depressione e alle non buone condizioni di salute di entrambi i coniugi. Nel mese di febbraio un’altra donna viene uccisa a coltellate dal convivente nel proprio appartamento. Il fatto tragico ha avuto luogo a Milano.
Marzo, il mese che festeggia le donne e che si tinge di rosso invece che di rosa. Nel giorno di 8 marzo a Giglio di Veroli, nella provincia di Frosinone, viene trovato il corpo della 46enne Silvana Spaziani, uccisa dal marito arrestato dalle forze d’ordine poco dopo. Durante la festa della donna muore anche una giovane romena di 27 anni, di nome Ofelia Bontoiu, assassinata dal fidanzato che prima di tentare il suicidio avrebbe fotografato il suo corpo, trovato in un albergo di Gualdo Tadino in provincia di Perugia, e inviato le immagini ai parenti di lei in Romania.
Donne. Mamme. Amiche. Sorelle. Donne che hanno il diritto a vivere, ad essere amate e rispettate. Non ammazzate davanti a propri figli, uccise a sangue freddo dagli uomini di cui si fidano. I dati parlano purtroppo chiaro. Anche nel 2014 le donne sono vittime di quelli che chiamano se stessi uomini e non sono altro che bestie.
Non basta che si parli. Ormai non c’è un giorno che i titoli dei giornali non ci dicano chiaramente che il femminicidio è un fenomeno sempre più allarmante, in agguato. Bisogna fare qualcosa. Dire basta e combattere per i propri diritti. Diritti di essere le donne libere di vivere ed amare ed essere amate. Amate, sì, ma per davvero, amate con il cuore e l’anima. Essere soggetti di quel sentimento puro ed unico, non quello malato, ossessivo, perseguitato. Uniamoci contro la violenza. Insieme possiamo combatterla e sconfiggerla. Per oggi. Per domani. Per sempre.
©2013 Emina Ristovic. The Italian Heritage Magazine